
Scopri tutte le novità sul DM Salute del 14 febbraio 2020
e grazie al fatto che è facilmente solubile in acqua è particolarmente
pericoloso in quanto facilmente assimilabile dagli organismi. Infatti,
lo IARC lo ha inserito nel gruppo 1, ciò significa che esso può
provocare irritazione, ulcerazioni del naso, problemi respiratori,
eruzioni cutanee, indebolimento del sistema immunitario e danni allo
stomaco, fegato e polmoni.
Finora la legislazione ambientale prevedeva che le acque
superficiali destinate alla produzione di acqua potabile avessero solo
un valore limite di 50 µg/l per il cromo, inteso come cromo totale,
mentre per le “acque sotterranee” prevedeva già una concentrazione
soglia di contaminazione di 50 µg/l per il cromo totale e di 5 µg/l per
il cromo esavalente.
Con questo nuovo Decreto Ministeriale si introduce la netta
distinzione tra cromo totale ed esavalente anche nel caso delle acque superficiali destinate al consumo umano.
Il Ministero della Salute ha dichiarato che i livelli di cromo totale
nelle acque italiane sono inferiori al valore di 50 µg/l e, nella
maggior parte dei casi non superano i 10 µg/l, salvo alcuni casi nell’Italia settentrionale
ove è stata riscontrata una maggiore concentrazione di cromo nelle
acque, talvolta anche in forma esavalente. Da questi dati è pertanto
nata l’esigenza di definire un limite anche per il parametro Cromo
esavalente. Il cromo esavalente è infatti uno dei metalli pesanti più utilizzati nei settori industriali metallurgico, chimico, tessile…
Ti ricordiamo, che il nostro
laboratorio effettua analisi delle acque ad uso umano determinandone i
parametri chimici e microbiologici per la verifica della potabilità. Rilasciamo attestazione di conformità dell’acqua ai limiti di riferimento per le acque destinate al consumo umano